Livio, Storia di Roma, III, 38, 3
Sabini magna manu incursionem in agrum Romanum fecere; lateque populati cum hominum atque pecudum inulti praedas egisset, recepto ad Eretum quod passim uagatum erat agmine castra locant, spem in discordia Romana ponentes: eam impedimentum dilectui fore.
I Sabini fecero un'incursione con grandi forze nell'agro romano; e, dopo aver devastato in lungo e in largo, dopo aver fatto impunentemente preda di uomini e di bestiame, raccolte presso Ereto le loro schiere che avevano scorrazzato per ogni dove, s'accamparono, fidando nella discordia dei Romani: essa avrebbe impedito gli arruolamenti.
Livio, Storia di Roma, III, 42, 3
Fusi et ab Sabinis ad Eretum et in Algido ab Aequis exercitus erant. Ab Ereto per silentium noctis profugi propius urbem, inter Fidenas Crutumeriamque, loco edito castra communierant.
Gli eserciti erano stati sbaragliati sia dai Sabini presso Ereto, sia dagli Equi sull'Algido. Quelli che durante la quiete notturna erano riusciti a fuggire da Ereto si erano fortificato su un'altura non lungi dalla città, tra Fidene e Crustumerium.
Dionigi di Alicarnasso, Antichità di Roma, XI, 3, 2
καὶ κατὰ τὸν αὐτὸν χρόνον Σαβῖνοι μὲν ἐμβαλόντες εἰς τὴν ὁμοτέρμονα καὶ πολλῆς γενόμενοι λείας ἐγκρατεῖς φόνον τε πολὺν ἐργασάμενοι τοῦ γεωργικοῦ πλήθους ἐν Ἠρήτῳ κατεστρατοπέδευσαν (διέστηκε δ᾽ ἀπὸ τῆς Ῥώμης ἡ πόλις αὔτη τετταράκοντα καὶ ἑκατὸν σταδίους πλησίον οὖσα Τεβέριος ποταμοῦ)...
Nello stesso tempo i Sabini condussero un attacco nella parte del territorio dei Romani che confinava con il loro e, dopo essersi impadroniti di un ricco bottino e aver ucciso molti contadini, si accamparono presso Eretum (questa città è situata presso il fiume Tevere alla distanza di 140 stadi da Roma)...
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